venerdì 4 ottobre 2013

Nuova rubrica del Conte Federico Sagramoso sulla Nobiltà

Che fine ha fatto l’aristocrazia…?
Con “Cappa e Penna” proviamo a riscoprirla
 
 
 
 
Che fine ha fatto l’aristocrazia? Esiste ancora dopo il referendum che sancì il passaggio dal Regno alla Repubblica? “Cappa e penna” è qui per provare a raccontarvi la nobiltà nel terzo millennio, una nobiltà diversa rispetto a quella, vera o presunta, che si vede in televisione descritta spesso come arrogante e fuori dal tempo e dallo spazio. Oggi gli aristocratici, in particolare coloro che potremmo definire, usando un espressione mediaticamente diffusa, “di terza generazione” (cioè nati dopo l’avvento della Repubblica e anche dopo la morte di Re Umberto II) non sono una massa di disadattati dediti a maltrattare il maggiordomo (anche se qualcuno ancora lo fa) e a inveire contro l’ammissione dei borghesi in alcuni circoli esclusivi (anche se qualcuno ancora lo fa). “Cappa e penna” proverà a raccontarvi, tramite il punto di vista, chiaramente non esaustivo, di chi scrive, come vive l’aristocrazia italiana di oggi mediante opinioni riguardo argomenti d’attualità e riflessioni di costume per mostrarvi una realtà di aristocratici, certamente ancora nostalgici di una monarchia troppo lontana per essere oggi restaurata, troppo vicina per essere dimenticata, ma che in ogni caso, come tutti, hanno ben compreso di vivere nel terzo millennio. L’aristocrazia (o almeno una buona parte di essa) di oggi accetta la società in cui vive magari guardando con un certo distacco molti avvenimenti di attualità e la volgarità che spesso li circonda. Infatti, nonostante ( forse proprio per questo motivo) la nobiltà italiana oggi non abbia più quel potere politico ed economico e quel prestigio sociale che nei secoli la contraddistinse, non manca di tenere fede e memoria (certo, con alcune notevoli eccezioni) alle tradizioni e, soprattutto, ad un certo modo di essere e comportarsi che, oggi più che mai, risulta essere il più significativo tentativo di conservare una eredità culturale antica quanto la storia dell’umanità (fin dai tempi delle città-stato sumere in Mesopotamia si riscontra, a livello sociale, un’idea di nobiltà) e che la Costituzione repubblicana, figlia di un referendum sulla cui veridicità molti ancora oggi (forse negli ultimi anni, a seguito di alcune testimonianze, ancora più che nei passati decenni) esprimono dubbi, ha voluto forse un po’ troppo frettolosamente provare a cancellare. Chi scrive pensa chiaramente che tale tentativo di far scomparire una realtà sociale che, per sua natura, è stata protagonista di millenni storia umana non sia andato a buon fine; in gran parte dell’Europa e del mondo l’aristocrazia gode di diverse forme di riconoscimento che variano dal valore legale in paesi dove la monarchia è tuttora in auge o ad un’eredità culturale riconosciuta in vari livelli nei paesi che hanno invece adottato un ordinamento istituzionale di tipo repubblicano (livelli naturalmente molto variabili: si va ,ad esempio dalla Repubblica di Romania dove all’ormai ex sovrano ed ai suoi eredi vieni tuttora riconosciuto in Costituzione il titolo di  “Re” alla Repubblica di Francia dove viene tutelata l’eredità artistica ed araldica legata alla nobiltà francese). Oggi vogliamo dirvi che “Cappa e penna”, il cui nome è doppiamente evocativo (sia verso i duelli “Cappa e spada” simbolo dell’aristocrazia medioevale e rinascimentale, sia verso l’espressione “carta e penna” da sempre richiamo al giornalismo) ha chiare la finalità: tentare, senza pretendere di essere completa, di spiegare e divulgare nelle prossime uscite quei valori e quelle tradizioni culturali che rischiano di essere oggi in Italia (rischio condiviso peraltro con gran parte del panorama culturale italiano a prescindere dalla provenienza) forse ingiustamente accantonati.
 
Federico Sagramoso
 
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Il giovane Conte Federico Sagramoso,
Volontario dell'Ordine di Malta e Guardia d'Onore al Reale Pantheon
 

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